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La pugnetta© (Ringraziamenti e scuse di compleanno 2022 EDISCION©)

“Cesco, ma come fai a ricordarti tutte ste cose dei film? Hai una memoria incredibile!”
“Si Fil, ma solo per le stronzate più inutili!”
“Beato te, io nemmeno per quelle, pensa, non mi ricordo cosa ho fatto ieri a quasi 50 anni!”
“Cazzo, ma e come fai allora?”
“Guardo solo al futuro”
“Beviamoci su: al futuro!”

Cercare qualcosa di originale da dire ogni anno che passa e che mi trovo a dover ringraziare chi, il 24 maggio si ricorda di me è semplicemente troppo difficile.

Penso faccia parte del “pacchetto invecchiamento”, quando si arriva ai 45. Alcuni lo chiamano decadimento dei neuroni, altri rincoglionimento, vai a capire….

Se dovessi fare come facevo gli anni scorsi, ad esempio, stilando le cose più belle che mi hanno detto quest’anno, sarei apposto.
Potrei-scriverci-un-libro©, come dico in queste situazioni ultimamente.
Al di là di guerre e pestilenze, infatti, mi sono preso qualche bella soddisfazione personale in questo ultimo anno.

Ma fare una somma di messaggi, gente che ha voluto conoscermi, anime in pena che mi chiedono aiuto e la ristretta pugna di amici stretti (La-pugnetta©) con cui sempre meno riesco a trovarmi, se da un lato tutto questo mi ha fatto sperare di poter parlare a Dio chiedendogli di darmi giornate di 26/28 ore per fare tutto, dall’altro mi ha fatto sentire spesso inadeguato per come, alla fine, fra progetti vecchi e nuovi io non riesca a dedicare il mio tempo a quelli che contavano e contano nella mia vita di tutti i giorni. (La-pugnetta©)

In fondo, a pensarci è sempre stato così. Stai zitto, vai bene a tutti. Parli, sei scomodo. Che ci vuole fare, signora mia, è tutto un magna magna!
Ma non piangiamoci addosso, Ladies and Gente, e per quest’anno trasformiamo il listone-Giordano dei-ringraziamenti© nella Lista-di-scuse-per-chi-c’è-stato, inginocchiandomi sui ceci a capo chino.

Quindi:

– Scusa a te che non hai perso la fiducia in me, dopo 14 anni, e mi guardi come uno che ha delle risposte sempre e nonostante tutto, condividendo il tuo mondo e stimolandomi a non invecchiare. In certi giorni sento veramente che il tempo che ti dedico è troppo poco.

– Scusa a te, che ti stai dando pena per tua madre che non sta tanto bene. Avremo dovuto vederci di più, perché Dio solo sa quanto io capisca il tuo bisogno di restare solo e del tempo che ti serve per realizzare quanto sia difficile affrontare questo momento. Baciala per me, la tua mamma, e chiama se non sai dove piangere o dove tirare pugni.

– Scusa a te che, sei tornata nella mia vita. E scusami se certe sere crollo dal sonno quando dobbiamo sentirci. Uno non ci spera più in certi tipi di attenzioni, soprattutto quando dopo che la tua paura di perdermi ci ha fatto allontanare: ecco, nel tuo caso la tua presenza è un dono. Ti prego, resta!

– Scusatemi voi due, che l’estate scorsa eravate a casa mia al mare: ci siamo visti spesso in quest’ultimo anno, ma voi valete il mio tempo molto più di altre persone, sapendo quando ad agosto scorso, tornare lì mi sia costato, e a quanto difficile sarebbe stato farlo da solo.

– Scusami, e mai abbastanza, a te, che sempre l’anno scorso mi hai aiutato e sostenuto con la più bella foto che potessi sperare di avere sulla copertina del mio libro: dedicartelo è stata gran poca cosa a fronte di tutto quello che hai fatto e prima e dopo uno degli avvenimenti più emozionanti e commoventi della mia vita. Con te sarà sempre un conto aperto e un debito che, spero, prima o poi riuscirò a saldare.

Mi sono dimenticato qualcuno? Certo che si.
Sembrerà una scusa (appunto) ma non lo è: se sei stato nella mia vita e ti ho dato l”impressione di essermi dimenticato di te, scusami davvero. L’unica speranza che posso avere con te è che, come chi alla fine ha capito come sono fatto, mi capisca anche tu, almeno quanto chi, ieri alzava il suo boccale assieme a me: come sempre concludo le mie postate di questo tipo, dico che sotto al cielo di Belluno è impossibile mancarsi all’infinito.

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