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L’ORA GIUSTA

 L’ORA GIUSTA
Ali&no editrice, 2021

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In questo romanzo, dalle tinte forti e introspettive, nulla viene affidato al caso. Francesco, Giovanni, Tommy, Anna, Emma e tutti gli altri personaggi hanno in comune una piccola città di provincia, Bibione, un tempo, gli eccessi giovanili degli anni Novanta, e un momento particolare che sfugge al reale e mette in connessione Cesco, protagonista e voce narrante, con quel luogo e i fatti più significativi della sua esistenza.

In questo immaginario l’ora giusta è il giorno che nasce, il faro è simbolo di rinascita e muto testimone di riflessioni profonde e fatti, solo apparentemente casuali, che traghetteranno Cesco verso l’età adulta.

Fino a quando la storia dell’uno s’innesta nelle vicende degli altri in un intreccio che si tinge a tratti di giallo rivelando una realtà fatta di emarginazione, violenza, paura, silenzi e profondi legami affettivi al di là delle convenzioni sociali a cui il protagonista non si sottrae, ma che scava in profondità e risolve con soluzioni stilistiche sincere e visionarie.

Inaspettato finale, che arriva dopo molti anni da quei fatti, è l’occasione per riannodare i fili di esistenze disperse, ritessere legami, indagare verità e paure e svelarne drammaticamente il senso.

Ultime recensioni
Quell’ora giusta
★★★★★
by Tiziana (19/03/23)

Hai mai avuto nostalgia di qualcosa che non hai mai vissuto? Io sì, leggendo questo libro: delle albe al faro, delle amicizie estive che ti rimangono nel cuore per tutta la vita, delle feste in spiaggia, dei discorsi profondi davanti a una birra, dell’amore vero, che non si dimentica mai. È stato emozionante leggerlo, perché è un romanzo vero, sincero e anche crudo… (continua)

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“Tutto diventò una macchia indistinta quell’anno.
Troppe cose da fare, gente da conoscere, persone di cui avremmo dovuto ricordarci ma di cui ci dimenticavamo subito, aspettative non soddisfatte, serate strane, droghe non provate, sveglie sul retro di un furgone, come clandestini che attraversano il confine. Il dilagare di quella macchia ci stava sfuggendo di mano, tanto che a un certo punto finimmo ostaggi di due poliziotti sul confine con la Polonia mentre tornavamo da un tour che era iniziato solo perché il nostro produttore doveva portare dell’erba a dei tipi oltre al confine.
In-cre-di-bi-le! Soprattutto se penso che nessuno
della band lo sapeva.”

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